La relazione tra alimentazione e rischio di sviluppo del cancro è oggetto di studi scientifici sempre più dettagliati e le evidenze indicano che alcune scelte alimentari possono favorire la crescita e la proliferazione tumorale oppure, al contrario, contribuire alla prevenzione. Il nostro modo di nutrirci influisce profondamente sui meccanismi biologici che regolano la salute delle cellule, compresa la possibilità che alcune si trasformino in cellule tumorali. In particolare, alcune sostanze e tipologie di alimento sono considerate responsabili di effetti nocivi che possono alterare il metabolismo cellulare, il sistema immunitario e lo stato infiammatorio dell’organismo, promuovendo condizioni favorevoli allo sviluppo di neoplasie.
Perché alcuni alimenti nutrono il cancro
È importante comprendere che le cellule tumorali sono metabolicamente molto attive: necessitano di grandi quantità di energia, in particolare sotto forma di zuccheri (glucosio), che utilizzano in maniera rapida ed efficiente. Quest’aspetto è visibile anche in campo clinico: uno dei principali esami diagnostici per identificare tumori, la PET, sfrutta proprio la cattura del glucosio da parte dei tessuti tumorali.
Le principali categorie alimentari che possono alimentare il cancro sono:
- Zuccheri raffinati e alimenti ad alto indice glicemico: pane bianco, pasta, dolci, snack commerciali, bibite zuccherate, biscotti realizzati con farine raffinate. Questi provocano picchi di glicemia, fornendo abbondante energia immediatamente disponibile alle cellule tumorali e promuovendo processi infiammatori cronici.
- Grassi saturi e grassi di origine animale: formaggi stagionati, burro, carni rosse e carni lavorate, insaccati. Un consumo eccessivo di questi alimenti è correlato a un aumento dell’incidenza di tumori, soprattutto del tratto digerente e di quelli legati agli ormoni come mammella, prostata ed endometrio.
- Carni lavorate e conservate: salumi, carni affumicate, salate, trattate con nitrati e nitriti. Questi conservanti, oltre che la presenza di sostanze prodotte dalla combustione o dalla fermentazione, sono associati a un incremento del rischio neoplastico.
- Alimenti contaminati: prodotti soggetti alla presenza di aflatossine (come frutta secca e cereali mal conservati), sostanze note per il loro potenziale carcinogenico.
- Cibi ultralavorati: piatti pronti, snack industriali, alimenti confezionati con additivi, coloranti e aromi. Questi rappresentano una fonte crescente di molecole in grado di interferire con i processi cellulari, favorendo l’insorgenza di malattie cronico-degenerative come il cancro.
Sostanze e composti da evitare
Numerosi studi indicano che la presenza di certe sostanze cancerogene negli alimenti può danneggiare il DNA e alterare il ciclo cellulare, rendendo le cellule più propense a una crescita incontrollata. Tra le più pericolose troviamo:
- Nitriti e nitrati: utilizzati soprattutto negli insaccati e nelle carni lavorate, sono legati a processi di nitrosazione che possono portare alla formazione di composti cancerogeni.
- Aflatossine: tossine prodotte da alcune specie di muffe, si trovano in alimenti mal conservati come frutta secca, mais, cereali e arachidi. Il loro effetto è la mutazione genetica che può indurre tumore, in particolare del fegato.
- Acrilamide: si forma durante la cottura ad alte temperature di alimenti ricchi di amido (fritture, prodotti da forno). Il suo potenziale cancerogeno è oggetto di ricerca, ma la precauzione suggerisce di limitarne il consumo.
Un altro aspetto cruciale è il mantenimento di bassi livelli di infiammazione nell’organismo. I cibi che aumentano lo stato infiammatorio — per esempio, quasi tutti gli alimenti di origine animale eccetto pesce azzurro, cibi ricchi di zuccheri o grassi saturi — contribuiscono a creare un ambiente favorevole allo sviluppo dei tumori.
Alimenti da limitare per chi è a rischio o in terapia oncologica
Particolarmente importante, soprattutto per chi affronta percorsi di cura oncologici, è la scelta oculata degli alimenti che possono incrementare la proliferazione cellulare tumorale. Gli oncologi e le linee guida europee contro il cancro consigliano di evitare:
- Carni rosse (manzo, maiale, agnello): sia fresche che lavorate.
- Formaggi molto stagionati: da sostituire preferibilmente con formaggi freschi, soprattutto caprini e ovini, che hanno minori quantità di grassi saturi e “fattori di crescita”.
- Dolci confezionati, merendine, snack industriali: il loro contenuto di zuccheri e grassi saturi è spesso molto elevato.
- Pane, pasta, focacce e prodotti da forno fatti con farine raffinate: preferire cereali integrali.
- Riso bianco e patate lessate: ad alto indice glicemico.
- Marmellate, miele, frutta molto zuccherina: privilegiare invece la frutta a basso contenuto di zucchero e alto contenuto di fibre.
- Verdure solanacee, come pomodori, peperoni, melanzane (per chi è in terapia, limitare secondo le istruzioni mediche).
Alcuni alimenti vegetali, come noci, sesamo e semi di girasole, contengono la metionina, un aminoacido di cui sono dipendenti soprattutto i tumori. Per questo, anche il consumo dei vegetali va modulato con attenzione.
Cosa privilegiare nella dieta per la prevenzione oncologica
Per ridurre il rischio di alimentare processi tumorali è fondamentale abolire o limitare i cibi dannosi e rafforzare le scelte salutari. Gli alimenti consigliati dalle linee guida e dagli studi epidemiologici internazionali comprendono:
- Verdure fresche non amidacee e non solanacee, come cipolle e crucifere (broccoli, cavolfiore, verze).
- Frutta con basso contenuto di zuccheri, preferibilmente di stagione e poco dolce (mele, frutti rossi, agrumi se tollerati).
- Pesce azzurro, ricco di omega-3, che esercita un effetto anti-infiammatorio.
- Alimenti integrali: cereali, pane e pasta integrale, ricchi di fibre.
- Spezie con comprovate proprietà anticancro: curcuma, zenzero, aglio.
- Semi di lino, soia, erbe selvatiche, che contribuiscono a mantenere una risposta infiammatoria bassa.
Evitare l’obesità e il sovrappeso attraverso un equilibrato apporto calorico e l’attività fisica resta un cardine essenziale della prevenzione oncologica. L’eccesso di massa grassa determina costante infiammazione sistemica, favorendo la comparsa di numerose patologie croniche.
Il ruolo dei cibi ultralavorati nella dieta
Recenti ricerche, tra cui lo studio EPIC, hanno posto l’accento sulla diffusione crescente degli alimenti ultralavorati, che in alcuni paesi ricchi rappresentano oltre la metà dell’apporto energetico quotidiano. Questi cibi, oltre a favorire l’insorgenza di tumori, sono spesso associati a sovrappeso, malattie cardiovascolari e diabete. Limitare il loro consumo è oggi considerato una delle strategie di prevenzione più valide.
In conclusione, non esiste un singolo alimento “nemico assoluto”, ma la combinazione di zuccheri raffinati, grassi saturi, carni lavorate, cibi ultralavorati e contaminanti rappresenta il fattore chiave da tenere sotto controllo nella propria alimentazione. Indice glicemico, infiammazione e apporto calorico sono elementi centrali da monitorare per ridurre il rischio di “nutrire” le cellule tumorali e favorire la salute a lungo termine.